Bianca come il latte, rossa come il sangue – Alessandro D’avenia

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E’ un romanzo che si concentra su due colori, su una malattia, su un amore o meglio sull’amore, sull’adolescenza, sulla scuola, sull’esistenza o meno di Dio, insomma sulla vita che deve essere vissuta.

Forse dovrei rileggerlo 2 volte per cercare di capire tutti i possibili significati che lo scrittore vuole dare al lettore, io però mi concentro su quello che mi ha lasciato dopo aver finito di leggere i ringraziamenti finali, e cioè un sorriso pieno di voglia di crescere e di imparare e dire che ho 40 anni e qualcosa avrò imparato, ma dalla casualità della vita, non si finisce mai di imparare e soprattutto poi si finisce di imparare, da chi ha la metà dei tuoi anni, perché si, Leo, protagonista di questa storia, ha 16 anni, ha il bianco come la paura, l’insicurezza, quello che non conosce e poi ha il rosso come Beatrice, come l’amore, come quello che lo fa sentire vivo.

Nel corso di un anno scolastico Leo vive l’amore, la morte, la malattia, il tradimento, la sorpresa e la scoperta di un amore nato passo dopo passo, ed impara che il bianco e il rosso sono necessari per crescere, per rinascere da batoste che la vita da ad ognuno di noi.

Mi piace il rapporto che si instaura tra Leo e il suo insegnante di storia e filosofia, “il sognatore” nel quale alla fine è proprio l’insegnante a ringraziare il suo alunno per il coraggio mostrato nell’affrontare l’adolescenza, un’età assolutamente delicata nel percorso di un uomo.

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