Uomini e topi – John Steinbeck

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Nella giornata di ieri, nel grigiore del tempo, delle notizie di Parigi, dei commenti su facebook orribilanti nel sapere come affrontare tutto e tutti con una ignoranza senza precedenti, ho letto questo romanzo breve che mi ha prestato un mio collega, mi ha portato in una realtà non certo idilliaca, siamo dopo la crisi economica del 1929, siamo in california, e siamo di fronte a due contadini, braccianti alla ricerca di un lavoro, di una paga e di un sogno.

Sono George ed Lennie, due amici con la A maiuscola, l’ultimo è un omone grande, con una grande forza fisica ma con un ritardo mentale che lo rende unico per i suoi atteggiamenti e pensieri, mentre George è l’amico che cerca di tenere più saldamente possibile alla realtà Lennie. Lotteranno per un lavoro che possa realizzare il loro sogno di una terra dove coltivare e allevare conigli, ma in mezzo a loro dovranno fare i conti con altre realtà e con altri uomini e donne e la loro interazione porterà dinamiche e tematiche ancora attuali.

Racconto scritto negli anni ’30, realismo incredibile perchè scritto dal punto di vista di chi lavora, soffre, e sogna, ed è ancora troppo attuale la vita dei protagonisti da farci riflettere anche dopo le notizie di Parigi, come la precarietà dell’uomo, la povertà, le ingiustizie sociali e soprattutto razziali, insisto nel ribadire che la cultura come leggere romanzi di questo tipo possano e devono dare una possibile soluzione o comunque dare punti di vista nuovi e soprattutto se si leggesse, si eviterebbe tante di quelle cagate pazzesche postate su facebook dopo una tragedia come quella di Parigi.

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