Tra i racconti di kafka c’è anche “lettera al padre” e per curiosità l’ho letta, più che una lettera è un tema di 60 pagine, in cui c’è tutto: l’amore, la paura, i dubbi, l’insicurezza, l’educazione, la convinzione, i desideri, le speranze, le delusioni, i fallimenti che ci possono essere tra un padre molto autoritario e dispotico ed un figlio timoroso, a volte arrendevole ma nello stesso tempo deciso nell’affrontare un rapporto che ha influenzato tutta una vita.
Questa lettura, non così semplice come pensavo, mi ha portato in quasi tutte le 60 pagine a riflettere inevitabilmente sul rapporto completamente diverso e direi”malato” in senso positivo tra me e mio padre. Vorrei, cazzo, avere la forza o il coraggio di iniziare una lettera e scrivere Caro papà… ma poi mi fermo e mi blocco, sono tante le immagini, le parole, le parole non dette che il foglio, paradossalmente, rimarrebbe bianco. Sarebbe, però, una lettera di riconoscimento, di ringraziamento, di pura devozione per la sua goffa, insicura, ma bellissima dedizione, direi, totale che ha avuto nei miei riguardi, forse troppa che a 40 + 1 anno il cordone ombelicale è ancora troppo saldo e ora che forse i ruoli si sono ribaltati non è facile slegare questo cordone…