Non era in programma, è arrivato per caso a natale come regalo inaspettato, e nei momenti di pausa lavoro e non solo ho letto con curiosità questo libro che mi ha sorpreso come anche un argomento che può essere quello economico( argomento a me difficile da digerire) mi ha stimolato e non poco anche per uno stile di scrittura piacevole e scorrevole.
Non so se è più un romanzo o più un’autobiografia, certo è la storia della sua famiglia nella sua Prato, della sua ditta dalla nascita fino ai giorni d’oggi dove lo scrittore si trova ad amministrare l’impresa tessile della sua famiglia e dove si trova ad affrontare la crisi economica finanziaria al punto da dover vendere quello che i suoi nonni hanno costruito con tanta tenacia e volontà, il lanificio Nesi e figli.
Da questa sconfitta diciamo il romanzo nasce e cresce d’intensità parlando di mercato, globalizzazione, dei cinesi che approffittano di un mercato senza più regole, di razzismo, di benessere che non c’è più, di decadenza nei valori, nel lavoro, nella professionalità per dare spazio ad economisti poco pratici, poco rivolti alle realtà della gente che lavora, economisti troppo dediti a concetti troppo astratti, come sarebbe bello crescere, vivere attraverso libri, cinema, arte ma ai tempi d’oggi sembra non conti più nulla se non il danaro, quello fatto in fretta, senza pensare molto alle risorse umane.
Si legge la consapevolezza di trovarsi più poveri rispetto ai nostri genitori che hanno lavorato in condizioni diverse, inferiori a quelle di oggi, ma nonostante questa consapevolezza, c’è la voglia di rimanere con la propria gente e andare avanti lo stesso con coraggio e dignità.
Già un tema estremamente attuale…
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troppo!
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Uno spaccato della nostra realtà…
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uno spaccato che fa rabbrividire!
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Già purtroppo!
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