30 (uguale ad infinito!)

30, che numero, possono essere gli anni di un bel giovane a caccia di belle ragazze, o sono gli anni di chi ancora non ha trovato il posto in cui stare in questo mondo o gli anni di una ragazza che sta per diventare madre o di chi laureandosi affronta il suo primo vero lavoro oppure semplicemente sono gli anni che manca da quel lontano 1987 e mi sa che sono 30 anni che non sono più cresciuto e vivere un mondo pazzo come il nostro restando indietro 30 anni non è certo facile, ma gli altri non lo sanno, non gliene frega niente e giudicano e chissà cosa c’è da giudicare, forse farà ridere non lo so anzi lo so, ma vivere i 42 anni restando tredicenne a volte è proprio snervante diciamola è una cosa innaturale ma a volte mi sento così, sarà che non parlarne mai, anzi nascondere sempre, rispondere solo non c’è più da quando avevo 13 anni e basta forse pesa, influenza, chiude. Certo ora sono 30 anni che non ci sei più materialmente ma sono 30 anni di un milione di pensieri di te da quel pensiero che saresti tornata da un momento all’altro e chiedersi cosa dirti a quel pensiero che non saresti più tornata e chiedersi come fare, da quel pensiero costante”ora sarei laureato pieno di marmocchi e tu lì a guardarmi” a quel pensiero di sperare che lei stesse accanto a giorni “agitati”, a quel pensiero chissà se mi sta guardando mentre suono o mi bacio una ragazza o sto facendo una cazzata e a quel pensiero eterno dell’ultima volta vista( che poi mi viene anche un pò da ridere per le domande che ti feci!). 30 anni quasi a farci una festa perchè sono ancora qui con una mancanza totale di te, ricordarti però lo faccio sempre, ho tante foto su quella mensola, una volta mi sparavo i mille album fotografici da piccolo in vacanza con te, ora non lo faccio quasi più, a volte lo facevo con la ragazza di turno un pò per intenerire un pò perchè ne avevo bisogno, anche se volevo solo piangere un pò, santo iddio, solo piangere un pò, ma non lo facevo mai. Trenta anni e credo di essermi fermato o forse ho solo cercato di cavarmela, pensando non fosse niente che tanto passa ma non passa mai, forse sarei stato diverso se magari fossi andato da uno psicologo boh forse ma non ci sono mai stato, pensando che me la sarei cavata ugualmente, sbagliavo e ora sono trent’anni di tentativi di dimenticare o di risollevarmi ma ho capito solo una cosa: passerà il doppio dei trenta ma non me la caverò mai, è successa, vero c’è a chi va molto peggio, sarà che però non si può neanche aggiustare una cosa che non c’è più ma certo non ci si deve fermare o sennò veramente sei perduto e forse un pò perduto lo sono. E ora sono qui nella stessa stanza di 30 anni fa ma l’assenza di te è totale o comunque uguale a quel giorno caldo pieno di sole di giugno che tra l’altro tra un pò arriverà puntuale a bussarmi sul cuore che solo tu in fondo conosci.

Non mi lascerà mai questa mancanza e forse giusto così, mi chiedo ancora dopo 30 anni come si faccia a rinascere da una totale mancanza, non me lo devo chiedere più, devo solo guardare avanti, magari forse camminandoci insieme a questa totale mancanza che in fondo è tutto quello che di più prezioso ho, in questa sacrosanta terra maledetta.

(Ero titubante se scrivere queste piccole cose perchè sono fatti miei che non frega a nessuno perchè ho paura di sdiminuire quello che è quello che sento ma poi ascoltando un disco ho capito che non è giusto essere sempre in difesa, coperti, non essere quello che si è, abbiamo solo una cazzo di vita ed è bello anche raccontarla a volte, forse, non lo so, ma 30 è un numero che non può rimanere in silenzio almeno ora, almeno in questi mesi, almeno per me).

 

 

 

 

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